Nella circolare emessa di recente dal CNI viene evidenziata la riserva di attività per gli ingegneri dell’informazione.
A tutela della società civile, di tutti i cittadini, delle imprese e delle organizzazioni e per il sistema paese TUTTO penso sia importante valorizzare le competenze e le intelligenze delle DECINE di migliaia di colleghi del settore impiegati per lo più nelle medie e grandi aziende ma anche liberi professionisti come il sottoscritto con ruoli, incarichi e mansioni di responsabilità propri del loro percorso di studio e di esperienza.
Oggi molti di loro sono inquadrati in contratti metalmeccanici e/o lavarano dopo due o tre livelli di subappalto in attività marginali e di basso profilo con minimo se non talvolta quasi nullo compenso.
A livello politico, di agenzia digitale, di convegni predichiamo bene sull’importanza della competenza, sulla criticità del capitale umano e delle intelligenze in questo settore ICT a forte innovazione ma nei “fatti” basterebbe poco per ridare valore a tutta la catena a partire dalle università e dal loro ruolo nel preparare e formare ingegneri o informatici.
Iniziamo a dire che nei ruoli di responsabilità e critici devono esserci da ambedue le parti professionisti iscritti all’albo cosi come avviene in settori già vitali quali quello medico.
Qualifichiamo cosi la domanda, l’offerta e ridiamo un impulso alla scelta di attività a valore aggiunto nel mondo digitale in questo paese alla deriva.